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Masolino da Panicale.

Pseudonimo di Tommaso di Cristoforo Fini. Pittore italiano. La sua arte è oggi considerata espressione di una sensibilità in transizione dal tardogotico fiorentino dell'ultimo Trecento all'innovativo gusto quattrocentesco. Secondo Vasari, fu allievo di Starnina e di Ghiberti, cui si deve in primo luogo l'interesse di M. per le nuove teorie prospettiche che, a quei tempi, erano studiate e interpretate soprattutto da Masaccio. Proprio con quest'ultimo M. si trovò infatti a lavorare in diversi cicli di affreschi, ricavandone stimoli e acquisendone le tecniche rivoluzionarie. Notizie precise a proposito di M. non si hanno fino al 1423, anno a cui risale il suo primo dipinto documentato, Madonna con Bambino (Brema, Kunsthalle), cui fece seguito nel 1424 una Madonna (Monaco, Pinacoteca): in essi M. si rifaceva ancora ai moduli lineari e alla tenera luminosità del Gotico internazionale. La prima fase della sua produzione toscana, anteriore all'anno 1425 quando si recò per un viaggio in Ungheria, comprende anche una pala con La Madonna, il Bambino e sant'Anna (Firenze, Galleria degli Uffizi), l'affresco della Pietà e la lunetta con Madonna tra gli angeli della chiesa di Santo Stefano ad Empoli. Nel 1425 iniziò inoltre i lavori di affresco della cappella Brancacci nella chiesa del Carmine a Firenze. In questo ciclo appare evidente l'influenza esercitata su di lui da Masaccio che, sebbene più giovane, non fu suo aiuto ma maestro indipendente: pur mantenendosi la netta linea dei contorni, non manca però la ricerca di un maggior naturalismo, di una più morbida libertà degli atteggiamenti nelle figure e, soprattutto, una evoluzione cromatica che, mentre amplia le superfici e ottiene mediante lo sfumato un certo senso del volume, si vale anche di tonalità più decise e, a volte, cupe e ombrose. Le architetture, impostate secondo una prospettiva lineare, non hanno consistenza autonoma ma funzione di cornice ideale in cui si muovono le figure. Tra il 1425 e il 1428 M. lavorò a Roma, nuovamente in collaborazione con Masaccio, dal cui stile si mostrò però maggiormente affrancato: il polittico della Madonna della Neve (Santa Maria Maggiore) e gli affreschi della Crocifissione e delle Storie della Santa e di Sant'Ambrogio (cappella di Santa Caterina in San Clemente) ripropongono infatti, in assenza di ogni drammaticità, tinte e luminosità di ascendenza gotica, pur se accostate ad acquisizioni prospettiche, naturaliste e razionaliste tipiche dell'arte quattrocentesca. Da questa stessa ispirazione nacquero anche gli affreschi della Collegiata (Storie della Vergine) e del Battistero (Storie del Battista) di Castiglione Olona (1435 circa), presso Varese, l'esempio forse più efficace della sintesi che M. cercò di attuare (Panicale, Perugia 1383 circa - 1447).